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Nel tempo in cui tutte le tradizionali agenzie di socializzazione - la famiglia, la formazione e persino il lavoro - subiscono una crisi che le rende sempre più liquide (secondo l'efficace espressione di Bauman), deboli e meno autorevoli, la scuola deve trovare la forza di rialimentare la propria identità. Gli interrogativi che gli insegnanti e l'istituzione sono chiamati a fronteggiare sono nuovi e radicali: che fare di fronte al crescente disagio giovanile, e come rispondere alla sempre più frequente appropriazione di linguaggi e autonomia espressiva proprie delle tecnologie nuove? Il problema posto dal libro è come recuperare il ruolo di mediazione, la funzione educativa e la capacità comunicativa della scuola, di fronte a una generazione sfuggente e fragile, nonostante le apparenze: una generazione qui interpretata alla luce di una scuola sempre più permeata di ricerca, relazione e riforma dal basso, dove la comunicazione e la media education possono rappresentare la sfida decisiva contro la tentazione del ripiegamento e dello "sconfittismo" che amareggia la scuola italiana. Il testo documenta anche una serie di progetti attivati sul territorio e l'analisi di un caso di studio che permettono al lettore di verificare che la scuola e le altre agenzie formative possono oggi fronteggiare la crisi della società post-moderna.