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Le carte geografiche mostrano le forme del potere sul territorio ma sono anche strumenti di quello stesso potere. Lo rappresentano e allo stesso tempo lo esaltano, consapevolmente o meno. Con linguaggio accessibile e l'ausilio di molte immagini a colori, questo libro vuole introdurre a un tema che, pur collocandosi in un campo di studi oggi centrale nelle scienze sociali quale quello della dimensione simbolica del potere, risulta ancora troppo poco analizzato: la spazialità del potere e le sue espressioni cartografiche. Lo fa raccontando storie e tratteggiando personaggi, ma ambisce ad essere molto più di una semplice raccolta aneddotica: vuole infatti ricostruirne l'evoluzione storica, a partire da quei prodotti cartografici a cavallo tra scienza e arte eredi della tradizione rinascimentale fino alle sperimentazioni grafiche delle carte geopolitiche di oggi. I protagonisti del libro sono dunque molti: le carte come oggetti in sé, i loro autori, il pubblico che le sfoglia, il potere che le commissiona e vi viene ritratto anche quando non compare direttamente.