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Il liberalismo progressista di cui si fa portavoce la Nussbaum vuole esser una proposta politica che, pur fondandosi sulla tradizione liberale, dalla quale recupera la tensione verso la difesa della dignità umana e dell'uguale rispetto, ne opera tuttavia un radicale ripensamento, arricchendolo di una penetrante attenzione verso l'uomo e la sua condizione di essere agente e senziente. In questo senso le emozioni hanno un ruolo basilare: è proprio rilevandone l'importanza che è possibile concepire un rapporto politico scevro da astrazioni intellettualistiche e da intenti strumentali e osservare come questo richieda uno stare insieme che non è semplice calcolo costo-benefici, ma che si definisce come la necessaria convivenza che viene richiesta dalla stessa condizione ontologica dell'uomo che è e vive solo nelle interrelazioni.