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Le riflessioni di Augusto Del Noce testimoniano che nel Novecento esiste ancora un pensiero metafisico all'interno della cultura neoidealistica italiana ed europea. L'idealismo, in generale, questo va subito detto, fondato sul concetto immanente di idea, "chiama in causa" il processo d'inveramento dialettico attraverso cui il mondo e l'essere trovano la propria identità. In particolare, ciò avviene all'interno della dialettica hegeliana dello Spirito che si realizza secondo un mutamento infinito che si riempie del senso duale dell'immanenza ideale, cioè, sia dell'"attualità come essere Spirito" sia dell'"attualità come appartenenza all'essere Spirito". Quindi, l'Idea assoluta, grazie alla sua attività autocreantesi, può dirsi l'a priori" di un pensiero che contiene in sé tutte le contraddizioni ontologiche. Ed è in tal senso che si deve intendere la natura assolutamente immanentista dell'idealismo hegeliano. Dunque, il pensiero, che non possiede inizialmente alcuna determinazione, è principio, il principio di tutte le cose, reali ed ideali. L'identità dell'essere con il pensiero sottolinea l'aspetto della mediazione dialettica intercorrente tra il principio ed il principiato. Dunque, l'immanentismo hegeliano mantiene il Pensiero come distinto dalle sue manifestazioni entitative e logiche all'interno dell'in sé e per sé. Del Noce approfondisce particolarmente questo aspetto sulle fonti, sul significato del razionalismo e sulle sue implicazioni storico-culturale sul piano del diritto.