Tab Article
Dario ha lottato tutta la vita per restare libero dentro. Ha vissuto gli avvenimenti degli anni settanta come una guerra fatta di bufera minacciosa, di artiglio spietato, di ideali puri e di sconfitte. Ha attraversato il periodo del riflusso coperto da mille garofani rossi; ha visto crollare il muro di Berlino, rischiando di finire dentro il turbine che ha messo tutto sotto sopra. Ha camminato lungo i sentieri schiumosi degli anni novanta, e oltre, osservando la parola e la voce che si sbriciolavano mentre le stelle diventavano sempre più solitarie e la terra sempre più pallida. Ha conosciuto parecchie donne, relazioni di poco spazio e di poco tempo, fuggendo di fiore in fiore per evadere dalla cupola silenziosa. Orientato a conservare la fiamma nelle sue mani di fragile uomo, sicuro che la realtà dei fatti valga più di mille parole. E poi che lotta per non spingere, che fatica non sgomitare per emergere! Il tempo lo ha fregato, solo quello poteva fregarlo. Il tempo concepito come infiniti frammenti crepuscolari. Ma in fondo non è mai cambiato: è rimasto il bambino vivace, che sogna.