Sullo «spirito» dell'Enciclica «Fratelli tutti» di Donadio Francesco - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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Sullo «spirito» dell'Enciclica «Fratelli tutti»

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Si propone qui una lettura sintetica dell'Enciclica «Fratelli tutti», cercando di evocarne l'anima che ne governa l'architettura complessiva. Il rischio di contentarci di una comune scena d'esistenza, senza rovelli e senza passioni, è quello di ignorare le orme su cui camminiamo, che sono quelle che ci rivelano la nostra appartenenza agli altri, il respiro comune che ci unisce tutti. L'Enciclica, ci richiama a questa nostra identità di base, senza alcuna pretesa di offrirci risposte geometriche, ma mettendoci in guardia dalla cupidigia del potere e dal desiderio di possesso, che sono fonti d'inaridimento della nostra vita individuale e collettiva, un ripiegamento narcisistico su noi stessi che si traduce in una indifferenza per l'altro. Ciò ci riporta alla presa d'atto dei nostri «sogni andati in frantumi», ma senza cedere a nessuna forma di disfattismo. Intrecciando l'analisi dell'utilità e danno connessi all'attuale globalizzazione del mondo, l'Enciclica ci richiama alla necessità di un riscatto etico, che è essenzialmente recupero della nostra libertà dalle diverse forme di schiavitù che ci minacciano. Importante resta la terapia d'urto, interiore prima che operativa, alla diagnosi di un mondo in evoluzione ricco di fermenti innovativi e di ferite da curare. È l'invito a lasciarsi coinvolgere da un radicale ripensamento della propria condizione di fede e a recuperare identità sbiadite, se non tradite, scardinando illusorie certezze e fortezze, meccaniche eredità di parole d'ordine e ordini di parole, per restituire loro un suono credibile e un timbro autentico, il loro originario soffio vitale.

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