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L'adattamento teatrale delle "Lettere dalle case chiuse", pubblicate nel 1955 a cura di Lina Merlin e Carla Barberis, ripropone al pubblico odierno queste testimonianze dirette di uno dei più gravi aspetti della condizione femminile, che a distanza di più di mezzo secolo assumono un notevole valore storico, come documenti della società italiana degli anni cinquanta del Novecento, della pratica di vita, della mentalità e della cultura del tempo. Le "case chiuse" in Italia furono abolite con la legge del 20 febbraio 1958 n. 75, nota come legge Merlin, dal nome della sua sostenitrice, Lina Merlin, prima donna senatrice della Repubblica; la legge si adeguava alle direttive date dall'ONU ai paesi membri. L'argomento oggi è tornato di attualità. Infatti il dilagare della prostituzione sulle strade - grazie all'immigrazione degli ultimi anni offre spesso il pretesto per chiedere il ripristino. E si ripropongono alla discussione le implicazioni morali, sociali e politiche che ha la questione delle "case chiuse" e in generale della prostituzione: i diritti umani, la parità dei sessi e la doppia morale, una valida per l'uomo, l'altra per la donna.