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Nel 1911, agli albori del conflitto coloniale, un giovane studente si imbarca come mozzo dal porto di Napoli su una nave diretta verso la Libia. Infrangendo convenzioni sociali e regole imposte dalla famiglia, Giuseppe, protagonista del romanzo, lascia coraggiosamente la sua terra spinto da un profondo bisogno di indipendenza e dal desiderio di esplorare nuovi mondi e culture. Esuberante e sensibile il "bel marinaio", così soprannominato, si sente attratto dalla natura rigogliosa delle oasi nel deserto e dalle lunghe distese di sabbia, dal folclore delle numerose popolazioni che vivono in quelle terre, dai paesi dai bianchi edifici e dal fascino dei resti archeologici della dominazione romana. Giuseppe si dedica alla scoperta della Libia attraverso viaggi, incontri e letture e in breve tempo diviene un abile uomo d'affari che gestisce la redditizia attività di un mulino. Durante lo svolgersi della grandiosa festa di Primavera a Tripoli Giuseppe incontra Aiscia. Tra loro vi è da subito attrazione, senso di reciproca appartenenza che eleva le loro esistenze nella pienezza di un sentimento profondo. La storia d'amore dei due giovani, diversi per cultura e origine, si interrompe tuttavia bruscamente. Aiscia, come le impone il padre, soccombe alle regole del suo popolo unendosi in matrimonio a un artigiano dell'oro, Giuseppe cede alla pressione dei genitori ritornando in Italia dove allaccerà una nuova relazione sentimentale e troverà nuove opportunità di lavoro.