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Undici racconti che compongono una stravagante partitura musicale. I racconti scanditi da tre movimenti di scrittura: allegro ma non troppo; marcia funebre; presto delirando. I movimenti sono bilanciati da due intermezzi a cui fanno da cornice un sipario inaugurale e in finale, ouverture. Gli intermezzi non si danno come semplice momento di raccordo ma diventano "chiave" musicale per la comprensione dell'architettura narrativa. Il filo conduttore dei racconti, come dice il titolo, sono donne che sognano o, solo in due casi ("Ho sognato che mi tradivi" e "Alle donne sognare fa male") sono uomini che hanno direttamente a che fare con il loro "sogno" di donna (nel primo un uomo che desidera scoprire i tradimenti della moglie, nel secondo un figlio che uccide una madre stanca di una vita mediocre, impedendole di ribellarsi e di lasciarlo). In questi racconti il sogno non è mai una fuga dalla realtà, un rifugio protettivo, una rinuncia. Piuttosto, le donne che ci presenta l'autrice pagano a caro prezzo e sulla loro pelle il non aver abdicato in favore di un mondo senza sogni. Sono donne che reagiscono anche quando patiscono, disposte ad atti estremi pur di rivendicare il loro diritto a sognare e a desiderare.