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"La pagina ha il suo valore solo quando la volti e c'è la vita dietro che spinge e che scompiglia tutti i fogli del libro. La penna corre spinta dallo stesso piacere che ti fa correre le strade." Così Italo Calvino parlava di scrittura, e così sembra aver ben recepito l'autore: in questo monologo interiore, infatti, è l'urgenza di vita che fa correre la penna sul foglio e sulle strade; una vita che si trova intrappolata in un crudele meccanismo produttivo non più corrispondente ai sentieri interiori del narratore, fatti di umanità, arte e fantasia. Dietro la letteratura c'è la volontà di correre verso la verità, anche quando è crudele, per raccontarla e analizzarla. Lo scopo non è "farsene una ragione" ma piuttosto opporle una propria visione, in cui l'uomo possa ricreare con il suo lavoro, con il suo "segreto" fatto di creatività e di arte, un nuovo rapporto di equilibrio con la realtà che ritorni ad essere rispettosa della vita e dei suoi bisogni profondi.