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Una trasformazione epocale segna oggi ogni rapporto umano, investendo in modo particolare la relazione genitori-figli. In un tempo che registra, con nostalgia e smarrimento, l'assenza del padre con il suo ruolo autorevole, capace di marcare, con la legge della parola, quel limite che apre il desiderio e spinge i figli a tendere responsabilmente verso il futuro della promessa, una lettura biblica dei rapporti genitoriali può essere luce a riconsiderare positivamente ciò che oggi si rivela una mancanza. Il percorso tra le pagine del libro biblico, in compagnia dei padri e delle madri di Israele, conduce alla scoperta dell'unica paternità rivelata da Gesù, dalla quale ogni altra paternità prende nome (Ef 3,15). Identificata dal dono di sé, la divina paternità è presenza e insieme assenza, che apre il desiderio alla speranza. La luce della paternità divina rivelata da Gesù riverbera anche sul nostro tempo una luce di speranza, che invita a vivere l'intervallo dell'attesa come fiducia nel compimento della promessa, in cui il vuoto aperto dell'assenza è condizione per diventare eredi.