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Il testo di Rm 12,1-2, nonostante si trovi all'inizio della parte esortativa della Lettera ai Romani, non contiene suggerimenti etici concreti, quanto, piuttosto, l'esortazione generale ad offrire il proprio corpo a Dio come "culto spirituale". Dopo aver presentato, attraverso un sintetico status quaestionis, le diverse interpretazioni che si sono avute nel corso della storia, l'autore, attraverso l'approccio letterario e retorico, inserisce la pericope all'interno della Lettera, proponendo una sua ipotesi di strutturazione di quest'ultima. Successivamente conduce un'attenta analisi filologico-esegetica della pericope, dialogando con i diversi autori, antichi e moderni, che l'hanno commentata. In questo modo egli può, infine, proporre ai lettori il senso teologico profondo dell'esortazione paolina ad offrire la propria esistenza a Dio, senza lasciarsi conformare agli "schemi" dominanti nella cultura di ogni tempo, ma lasciandosi rinnovare nella sua mente, per essere in grado di cogliere nella vita la volontà di Dio, che chiama a realizzare il "bene" a Dio gradito ed espressione perfetta di tutta la vita cristiana.