Tab Article
Alieni convertiti al cattolicesimo che citano Aristotele, roditori supereroi che si servono di generatori casuali di frasi fatte per entrate in scena ad effetto, lucertole che riflettono sul senso dell'esistenza e sulle sue infinite possibilità. Grande antagonista in questi racconti è una normalità priva di significato che ingloba ogni cosa e che Cecchi sembra voler sfidare e indurre alla disfatta attraverso ogni racconto, ogni personaggio e ogni paradossale cambio di prospettiva. La prosa fortemente evocativa si sposa alla perfezione con la brevità delle narrazioni. Che cos'è un krondo? Simile all'emù, vive in una dimensione parallela a quella umana. "Sotto il manto di setole spatolose il krondo nasconde anche due zampette atrofiche, un paio di appendici a forma di chela, due tentacoli e un fucile a pompa". Quel che sappiamo ci basta per intuire che nei brevi racconti che compongono questa raccolta non vi è nulla di prevedibile, se non l'intensa relazione con l'immaginazione. La sensibilità, la malinconia, l'idealismo, il lieto fine o la disperazione sono sfaccettature di un prisma che ricorda come la letteratura non sia un atto moralizzante, bensì un momento di interrogazione che inviti a sperimentare soluzioni possibili e impossibili, a giocare - qui anche letteralmente, in una storia a bivi - con narrazioni e immaginari senza categorie, lasciando spazio ad un autentico, ingenuo, forse ormai anacronistico stupore.