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Da dieci giorni, Keith Stapperpfennig se ne sta accucciato sotto la sua scrivania. Poco importa che Franziska lo cerchi e che il telefono squilli insistentemente, lui non si lascia trovare da nessuno. Dovrebbe essere in viaggio con il nonno per la Cina, almeno è quello che credono tutti, e invece Keith ha lasciato il vecchio testardo partire da solo, per giunta in macchina. Il nonno, però, muore senza riuscire nemmeno a lasciare la Germania. A Keith non resta che continuare la sua bizzarra messa in scena. Così dal suo strampalato punto di osservazione inizia a scrivere lunghe e dettagliate lettere dalla Cina, descrivendo il traffico di Shanghai, i ristoranti di Pechino, le avventure del nonno sulle tracce del suo passato. Scrive di un viaggio mai fatto; resuscita il nonno e lo rende protagonista di una storia che si irradia sotto la spinta di un'immaginazione fervida e una scrittura che cresce in vertiginose spirali. Un romanzo che parla del potere del racconto e della letteratura. Vi si narrano un viaggio, o molti viaggi, o nessun viaggio, ma non è ciò che importa perché tutto, in questa storia, è possibile.