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Il tema dell'abuso delle leggi è oggi di grande attualità e straordinaria pervasività, per la sua attitudine e capacità di inerenza ai problemi etici, politici, filosofici, sociologici ed evidentemente giuridici. Il fenomeno, attraverso la sua generale e biunivoca matrice, porta in evidenza sia "l'abuso del diritto" che "l'abuso del potere". La teoria intorno all'abuso è antica nella storia della filosofia del diritto e costituisce per i giuspolitici e per la classe giuridica, in assenza di una codificazione diretta del divieto, uno snodo appassionante quanto complesso, che apre a varie declinazioni del fenomeno, delineate nel testo. Il concetto di "limite" è la nozione chiave che, da un punto di vista non meramente giuridico, ma politico, filosofico ed etico, fa da discrimine e da veicolo all'interno della ricerca di uno spazio di compensazione tra libertà, indipendenza e forza da un lato, e diritto/potere e abuso dall'altro. L'operazione ermeneutica e speculativa complessiva che seguono gli autori nel percorso di ricerca passa per una preliminare analisi storica ed evolutiva del concetto di abuso, dalle sue radici latine e romane, il passaggio per la tradizione classica greca, l'esame dell'evoluzione teorico-concettuale dell'abuso nell'età di mezzo e moderna, ed infine la descrizione della sua stretta connessione con la più recente elaborazione del diritto soggettivo e del concetto di potere, con le proiezioni sulle implicazioni civilistiche e tributarie.