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Perché il moltiplicarsi di figure le cui condizioni relative e il cui orizzonte psicologico sono peggiorati con la globalizzazione non ha fatto delle diseguaglianze un catalizzatore sociale? Perché la cultura della sinistra non si è mostrata più resistente al ciclone che, negli ultimi trent'anni, ha investito l'orizzonte culturale nei paesi a capitalismo avanzato? A queste, e ad altre domande, propone una risposta il presente volume. "Ripensando il capitalismo" fa il punto su ciò che è successo di inedito sul piano culturale, analitico e, quindi, politico nella storia più recente della sinistra europea (e italiana), cercando di comprenderne le ragioni e di individuare le leve per la ridefinizione della sua cultura, identità e programma. Inediti sono anche gli effetti avuti dal nuovo capitalismo sui caratteri democratici delle società occidentali e sulla cultura antropologicamente e intellettualmente dominante che ha fatto da corredo alla sua affermazione. Guardando agli scenari che sono possibili in questa fase, il libro discute, in un quadro compatto, ricco e intellettualmente suggestivo, i modi in cui i Poteri Pubblici, l'Eguaglianza e le Regole possono essere coniugati in un paradigma adatto al mutato contesto, e costituire le coordinate progettuali sulle quali la sinistra europea e quella italiana possano rifondare un'identità e definire i capisaldi di un programma politico.