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"Il libro nasce dalla rielaborazione formale del contenuto dei miei diari di guerra. Durante tutto il corso della guerra mi sono sforzato di mettere subito su carta le mie impressioni, tra un salto e l'altro, o al più tardi la sera stessa del giorno di battaglia. (...) Non sono un uomo di penna, tuttavia spero che, dopo aver deposto questo libro, qualcuno sia riuscito a farsi un'idea di quel che è stato fatto da noi soldati di fanteria. Abbiamo perso molto, forse tutto, anche l'onore. Ma ci resta una cosa: l'onorevole ricordo della più grandiosa armata che sia mai esistita e della più imponente battaglia che sia mai stata combattuta. Onorarlo in quest'epoca di rinnegamento e di deperimento morale è il più fiero dovere di chiunque abbia combattuto non solo col fucile e le granate, ma anche col cuore pieno d'ardore per la causa tedesca". Il "Diario di guerra 1914-1918" di Ernst Jünger (1895-1998) è una straordinaria testimonianza di quella "Grande guerra" che, a pochi anni dalla conclusione, tutti iniziarono a chiamare Prima guerra mondiale. Si tratta di annotazioni che iniziano il 30 dicembre 1914 con la partenza dell'autore diciannovenne in direzione del fronte, per concludersi all'inizio di settembre del 1918. Non esiste alcun altro diario bellico che documenti la Prima guerra mondiale dalla prospettiva di un ufficiale di prima linea coprendo un così ampio arco temporale e presentando una tale assiduità di registrazioni. Qui il personale sta accanto al militare, l'amoroso accanto al marziale, il delicato accanto al brutale, il commovente accanto al ripugnante, nel racconto di un giovane che, con uno sprezzo della morte e della vita in fin dei conti quasi insondabile, considerava la guerra un ambito esperienziale affascinante e rischioso a un tempo, e come tale cercava di goderselo. Ed è soprattutto per questo motivo che le sue annotazioni sono potute diventare la base del diario di guerra più famoso e importante della letteratura tedesca, ovvero di quei brani tratti Dal diario di un comandante di truppe d'assalto che furono pubblicati nel 1920 col leggendario titolo Nelle tempeste d'acciaio.