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Sul finire della Seconda guerra mondiale, lo scacchiere internazionale era ancora privo di un nuovo ordine e tra le situazioni più complesse da affrontare per i vincitori del conflitto vi era senz'altro quella di Trieste. Situata al confine orientale d'Italia, la città era catturata in una morsa fra le contemporanee avanzate degli Alleati, dei russi e dei partigiani jugoslavi. Se la Germania era ormai sconfitta e il nuovo nemico per gli Alleati erano l'Unione Sovietica e il suo credo comunista, non meno importante era il ruolo della Jugoslavia di Tito, in un difficile bilanciamento tra rivendicazioni ai danni dell'Italia, ricerca di autonomia da Stalin e continue prove di forza con le forze anglo-americane nella Venezia Giulia. Il libro ripercorre questi anni cruciali e densi di drammi umani in un'ampia visione d'insieme, tenendo presente tutti i punti di vista e i protagonisti, noti o meno. Partigiani italiani e soldati dagli angoli più remoti dell'Impero Britannico, ufficiali americani e nazisti in fuga, comandanti jugoslavi e spie al soldo del miglior offerente si muovono in questo affresco efficacissimo della lotta etnica e ideologica che si stava scatenando al confine orientale italiano. Il costante riferimento alle fonti d'archivio e la prospettiva di lunga durata consentono di affrontare anche gli aspetti più controversi e dibattuti, rendendo quest'opera un importante contributo per il recupero di una memoria troppo spesso taciuta o travisata.