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All'indomani della seconda guerra mondiale, l'Italia si trovava a dover affrontare una ricostruzione sociale, economica e spaziale, e i giovani architetti dell'epoca si sentivano chiamati a ricostruire, non solo gli edifici, ma anche la filosofia compositiva e il progetto civile ad essi sottesi, ripartendo da valori etici e sociali condivisi e trovando nella cultura popolare un campo fertile cui attingere.