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È stato più volte sostenuto da chi poeta e da chi si occupa di poetica che la poesia non è mai né indulgenza né compromesso, ma accelerazione, precipitazione, inadeguatezza, distanza. Questa raccolta è un luogo. È il luogo dell'indulgenza. In ciascuna poesia, come nelle riflessioni in prosa che sono state inserite in appendice, l'introspezione profonda indaga in un intimo tormentato e irrequieto: la voce ed il silenzio, meglio: la parola e la pausa danno vita ad un dialogo. Sono affiancate ad interrogare spazi ora conosciuti ora segreti in un dialettico divenire del sé. La poetessa sfonda qualsiasi barriera di difesa: resta la matericità della forma artistica che invita ad una più intima indulgenza verso se stessi.