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Questo libro trae ispirazione dalle stesse altezze iberboree da cui è nato lo "Also sprach Zarathustra" di Richard Strauss. Vuole essere un omaggio soltanto agli spiriti assetati. Non fantasmi ma spiriti, spiriti inquieti, romantici, danzanti e in bilico tra bene e male e sinistri incidenti; come angeli rinnegati e cacciati nell'oblio, che amano dimenticare e dimenticare di dimenticarsi e così all'infinito nella musica eterna del non io contemporaneo. Un'opera, dunque, sconsigliata alle anime pie e ai cosiddetti "buoni e giusti"; adatta per le Aquile e i Serpenti.