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"Ti lascerò la bellezza di mele rubate". È un dono di memoria, questo del poeta Danilo Mar. E lo è per tutti, per chiunque lo mediti. Il verso rievoca ragazzini dei tempi passati e luoghi di poderi e orti, paesi in collina e giardini nelle città; esso rimanda a cancelli da scavalcare e a confini da violare i quali, nella parva materia dei pomi poi colti, rappresentavano la vera bellezza della conquista. Frutti saporiti sì ma del gusto della trasgressione, dei piaceri proibiti o negati dai quali l'uomo, in ogni fase della sua esistenza, è attratto.