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La posta in gioco in "Il sigillo delle anime" di Gino Dicara è la salvezza del mondo, il trionfo del Bene in lotta continua contro il Male. La vicenda ha come fulcro il destino e la natura del protagonista, frate Antonio umile, semplice e puro che custodisce le chiavi che smuovono il mondo. Il male si manifesta come volontà di annullare la personalità altrui per farne il docile strumento del proprio perverso potere. È facile riscontrare il tema agostiniano delle Due città che si fronteggiano in una lotta mortale; qualsiasi azione umana è significativa, non è neutra, concorre alla costruzione della civitas Dei o a quella della civitas Diaboli. Una menzione particolare meritano le ambientazioni: Roma, la Città Eterna, la realistica tela su cui vengono dipinte le vicende che sanno mescolare un pizzico di arcane conoscenze con la realtà che la circonda; la Francia dall'atmosfera mistica e l'Egitto, il mondo codificato dei segni infiniti. Un romanzo in cui domina un Disegno buono e tutto concorrerà al bene di coloro che amano Dio se, come dice frate Antonio, l'uomo riuscirà ad alzare gli occhi al cielo piuttosto che abbassarli alla vita.