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"Valerio Gaio Pedini sta vivendo un passo avanti nella liquefanza. Ci ha già mostrato la liquidità della società ed ora ci mostra il suo fluire interiore. Ha compreso che ciò che è fuori è diretta conseguenza di ciò che è dentro e proprio come un romantico si scopre in molti nomi, eterne maschere di se stesso. È lui che idea Axaji Madhugah e lo compone da bambino riscoprendo l'atto creativo e divino che c'è in noi." (dalla prefazione di Siria Eva Comite). "Il nichilismo dispiegato è questo fronteggiamento che la poesia di Pedini si trova a gestire. Uno star-di-fronte che sa di sfida come solo un poeta giovanissimo può esperire; una condizione di eterna belligeranza tra la forma-poesia che si è dissolta ed implosa, ed il mondo, quella mondità che legifera e legittima, con l'"io" ridotto a mera ipseità, tautologia di se stesso, mutismo e ammutinamento, consapevolezza che il momento della poesia è muto, che il linguaggio della comunicazione è nemico mortale della comunicazione estetica." (dalla nota critica di Giorgio Linguaglossa)