Tab Article
Da questo libro emerge un sorprendente e storico rapporto tra l'ulivo e l'isola di Capri. Un rapporto che ci trasporta in epoche antichissime quando l'Isola era una delle mete dei primi viaggi di coloni greci in quello che oggi chiamiamo Golfo di Napoli. Ma l'ulivo era diffuso a Capri anche nel XVI secolo come si evince da alcune testimonianze e già nel XVIII secolo il francese Montesquieu giudica l'olio isolano «il migliore olio d'Italia». Attraverso i secoli scopriamo, così, come l'abolizione di molti uliveti, a favore di altre colture, abbia cambiato profondamente il paesaggio di Capri e Anacapri e di come molte antiche tecniche e saperi siano andati perduti. Nonostante questo il libro di Giuseppe Aprea ci regala, alla fine, l'ulteriore sorpresa di una presenza, di un culto e di pratiche concrete collegate all'ulivo e all'olivo-coltura che ancor oggi sono radicate sull'Isola, recuperate, modificate e adattate alle nuove esigenze commerciali ed imprenditoriali.