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Una donna reclusa si identifica con Giovanna d'Arco e ripercorre con la mente alcune tappe essenziali della vita di lei, pensando anche a quel suo mostruoso compagno d'armi che fu Gilles de Rais, l'aristocratico torturatore e uccisore di bambini da cui viene la leggenda di Barbablù. Ma l'identificazione non è semplice, perché la protagonista "litiga" anche con la santa, con la sua immagine, soprattutto per la sua eccezionaiità e per l'implicito suo desiderio di autoaffermazione. Se il tema è squisitamente religioso (la pazzia trasfigurata nella santità di Giovanna D'Arco e la santità trasfigurata nella pazzia di una donna), lo sguardo di Maurizio Cucchi trascende sempre la dimensione di ciò che racconta.