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Un fasullo trattato accademico; un testo che, sotto la finzione di una plumbea serietà, trova la sua cifra stilistica nello humour grottesco e nell'ironia salace; una "storia naturale" di un mondo inesistente e mitologico che riesce a descrivere e raccontare tante, tantissime cose del nostro e realissimo mondo. Si parte con i giganti, quelli dei poemi cavallereschi. Se ne tenta una descrizione: usi, costumi, linguaggio, alimentazione ecc. Soprattutto si prova a comprendere la loro attività sessuale così atipica e discutibile. Ma in breve è colui che ne descrive i comportamenti a diventare protagonista della storia: è lui infatti che ha maturato una passione per una giovanissima signorina (con fidanzato) e una gelosia congestionata per i liberi amori e amorucoli che lei gli racconta, e su cui lo studioso rimugina, dando ai rimuginamenti sempre più spazio. E così, crescendo la smania, cresce via via nello studioso la voglia di essere un extraterrestre, fino a trovarsi coinvolto in una gran truffa che promette davvero lo sbarco degli extraterrestri come obiettivo politico, onde punire il genere umano; e in particolare punire quei soggetti del genere umano che hanno o hanno avuto commerci, contatti venerei o sguardi concupiscenti con la signorina suddetta.