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Convinto da sempre che le etichette e i generi letterari fossero sull'orlo di "una strepitosa bancarotta", Julio Cortázar non si limitò a scrivere racconti, romanzi ibridi e "non lineari" o libri in cui mescolava saggi, poesie, racconti, citazioni, frammenti biografici. Jaime Alazraki, il curatore di uno dei tre volumi dell'opera critica dell'autore argentino, ha sottolineato che, fin dagli esordi, "molto prima dei "Quaderni di Morelli" inclusi ne "Il gioco del mondo", per Cortázar raccontare e teorizzare sullo strumento espressivo costituivano il dritto e il rovescio di una stessa operazione". Perciò, i "saggi" qui scelti e riuniti (che a volte non sono facilmente comprimibili nel "genere" e che abbracciano sia tematiche strettamente letterarie sia i rapporti tra letteratura, politica e storia) forniscono una chiave per accedere con maggiore cognizione di causa all'opera di Cortázar e alle sue scelte politiche ed esistenziali.