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Il testo che qui si pubblica, apparso nel 1849 e mai più inserito dal suo autore nelle numerose raccolte che ha dato alle stampe durante il corso della sua lunga e operosa attività di storico, è una pagina importante della cultura filosofica e storiografica italiana del XIX secolo, nel corso di quel lento e inesorabile processo di traghettamento dell'hegelismo verso indirizzi teorici di matrice realistico-positiva, che si realizza compiutamente negli studi storici. La vicenda culturale di Pasquale Villari - che attesta, infatti, più di altre questo percorso - permette di saggiare il suo profondo radicamento nel dibattito filosofico napoletano del Risorgimento, a partire da un reticolo teorico che, sulla scia di esperienze che affondano le radici nello storicismo vichiano, rappresenta il profilo intellettuale e civile della nuova Italia in una inedita e proficua riconversione della storiografia nella filosofia, e nel recupero dell'età comunale come centro nevralgico della civiltà italiana. Il testo - preceduto da una introduzione della curatrice, che ricostruisce la vicenda storiografica e metodologica di Villari, anche attraverso documenti inediti - merita di essere riletto, in quanto rappresenta un importante snodo dello storicismo italiano dell'Ottocento, nonché uno dei primi lavori di ricostruzione della Storia d'Italia nel decennio che ha preceduto l'Unità.