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Il volume - che si compone di tre sezioni: "Natura e tecnica del vivente"; "Il vivente all'opera" e "Sulle tracce del vivente"- ha come sua finalità la riconsiderazione radicale del concetto di vita nel Novecento e le questioni ad essa sottese in ambito filosofico, estetico e politico. Ne emergono, tra gli altri, i concetti di "ontologia del vivente", di "bìos e biopolitica", di "persona e vita umana". Concetti che rappresentano oggi, nell'era della eugenetica e delle biotecnologie applicate, le faglie governamentali più problematiche. Il 'vivente' o, per meglio dire, il 'corpo vivente' si attesta così quale luogo eminente di relazione, di permutazione, di scambio con altri corpi (organici e non), in una sorta di latente, discontinua promiscuità tra vitale e non-vitale. Di qui la necessità di pensare il 'corpo vivente' come una costante fluttuazione tra dentro e fuori, in una funzione/forma 'archigonica' di inscrizione al mondo, giocata proprio a partire dagli sconfinamenti e dalle continue scomposizioni di tutti i nostri paraggi corporei. Pensare la vita, dunque, nelle sue differenti architetture o "nelle sue differenti guise": questo è l'itinerario tracciato dai saggi che compongono il volume.