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Ufficiale di ordinanza di Umberto di Savoia dal 15 gennaio 1943 al 20 giugno 1944, il conte Francesco di Campello, amico d'infanzia del Principe, gli fu sempre vicino raccogliendone le confidenze e sollecitandolo a recitare una parte attiva. Il diario è un documento eccezionale su Umberto, uomo e principe, ma anche una testimonianza suggestiva su tutto un mondo, monarchico e conservatore, cresciuto nel culto degli ideali risorgimentali e della tradizione liberal-nazionale. Le pagine dedicate all'8 settembre e ai giorni successivi costituiscono una fonte attendibile, la più puntuale e minuziosa, ricca di particolari inediti, forse quella definitiva, sugli avvenimenti che portarono al trasferimento del re e del governo nel Sud. Esse, al tempo stesso, offrono una drammatica e colorita rappresentazione del clima caotico, della confusione, del senso di smarrimento, delle paure che regnavano in quelle ore, a tutti i livelli, nelle alte sfere governative, nelle gerarchie militari, negli ambienti della Corte. Esse, mettono in luce, fra l'altro, l'emarginazione di Umberto da ogni scelta decisionale e ne sottolineano il dramma interiore di fronte alla partenza precipitosa da Roma.