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Fra il 2007 e la scorsa primavera, Franco Cordelli s'è trovato a scrivere di Guido Piovene. "Lo rileggo per caso; ma anche, sospetto, per una qualche bellicosa necessità". Sospetto, bellicosità, necessità: sono i caratteri del corpo a corpo dello scrittore di oggi col suo predecessore, rimosso ma proprio per questo inaggirabile. "Uno degli eroi intellettuali del XX secolo", lo definisce con buona dose di provocazione: essendo dovuto, l'oblio di Piovene, proprio alla sua fama di scarso eroismo. Si susseguono confronti esistenziali, prima che letterari, con capolavori come Lettere di una novizia, Le Furie, Le stelle fredde e Verità e menzogna. E si intercala un saggio disperso dello stesso Piovene, Contro Roma, consuntivo corpo a corpo con se stesso, che rivela come questo libro sia un'autobiografia intellettuale. "Tenacemente indiretta": al modo in cui i personaggi di Piovene "si appalesano e significano se stessi". L'ammiratore di Cordelli e delle sue ultime straordinarie inchieste in forma di romanzo sull'Italia contemporanea, "Un inchino a terra", "Il duca di Mantova" e "La marea umana", speculerà infinite agnizioni di lettura.