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Un esploratore temerario intende ripercorrere la via che l'uomo ha percorso per portarlo a vivere nelle città della pianura. Cercando la genesi di questi avvenimenti egli scopre che tutto comincia migliaia di anni fa sulle pendici delle montagne più impervie, nell'arte rupestre; là l'uomo sapiente già mostra il suo latente desiderio di comunità-città, precisato giorno dopo giorno con alterne fortune lungo le tappe dell'esodo che nel tempo lo porta verso le piane ancora inospitali perché invase dalle acque. Durante questo esodo egli lascia dietro di sé tracce più o meno vistose, a testimonianza del suo incontro con drammatiche discontinuità d'ogni tipo, ambientali e spirituali, che lo spingono a un'invenzione straordinaria, l'uso della memoria, perché anche le generazioni successive conoscano il senso di quegli stessi avvenimenti. Ma a chi affidare questi preziosi messaggi? Al traduttore più sicuro e autorevole: la "bellezza", espressa nella dimensione delle "forme simboliche": letteratura, pittura, scultura, architettura, mito, le basi della nostra Civilizzazione da cui nasce l'ordine che ispira l'insieme dei diritti e dei doveri della città contemporanea, la Cultura della città.