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I "tempi splendenti dell'anarchia italiana" - uomini, idee e gesta di personaggi che riempirono le cronache nel mondo della Belle Époque e agitarono i sonni dei benpensanti - raccontati da uno scintillante scrittore di sentimenti conservatori nel tentativo di comprendere le ragioni storiche di quell'universo umano. Il movimento anarchico italiano aveva, per l'autore, una certa, generica affinità con l'anarchismo internazionale, francese o spagnolo; ma se ne distaccava per lo "stile", per il rifiuto del concetto di "strage per la strage" e, forse ancor più, per la finalità intrinseca. Un libro gustoso, pieno di umori e ricco di suggestioni, popolato di caratteri forti e di passioni pulsanti: un libro nel quale si fondono aneddotica e ricerca in una riflessione approfondita sui caratteri della storia nazionale.