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"Qualche settimana dopo la sua scomparsa mi giunse un manoscritto che non arrivava a cento pagine. Erano fogli di quella carta antica un po' grossa, color giallo sbiadito con sottili righe blu, sulla quale risaltava la sua tipica scrittura con penna stilografica, inclinata e ornata da grosse maiuscole come capoverso". Il racconto di una vita lasciato come prezioso testamento al proprio medico-chirurgo che diventerà amico. Sarà proprio lui a scriverlo, riflettendo sulle parole, in lingua e dialetto, che con notevole padronanza danno forma al romanzo. Una storia di fame, coraggio e creatività di una generazione che per superare la fase della sopravvivenza sapeva di dover affermare valori e principi. Una generazione oggi emarginata ed anche duramente colpita, che ha costruito l'Italia.