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Non si può non concordare con chi asserisce una presunta superiorità estetica della musica, specie se si pone la questione in relazione proprio all'effetto che essa esercita sulla nostra ricettività sentimentale. Attraverso un suono, una musica possiamo viaggiare nel tempo, riportare in luce momenti della nostra vita, rievocare immagini perse, riprovare sensazioni, emozioni, pulsioni. Insomma sentire nel presente ciò che non è più fisicamente presente. Italo Capicchioni, primo clarinetto del Teatro comunale di Bologna e quindi, chiamato da Claudio Abbado, primo clarinetto alla scala di Milano, si racconta nel libro scritto da Angela Colombini.