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Il titolo Morlacchiana si ispira alla Scarlattiana di Alfredo Casella, il divertimento per pianoforte e piccola orchestra del 1926 nel quale il compositore ha voluto rileggere in maniera vivace e brillante alcune pagine della tradizione musicale dei secoli passati. Nel nostro caso Morlacchiana sta ad indicare semplicemente una prosecuzione e una "attualizzazione" degli studi dedicati al compositore perugino. Non sappiamo se la nostra Morlacchiana risulterà "vivace e brillante" come la Scarlattiana. Leggera e scherzosa sicuramente sì. Il volume intende far conoscere nuovi autografi di Morlacchi, sia manoscritti di cui si aveva notizia ma che non erano stati localizzati, e sia manoscritti sconosciuti. La prima parte è dedicata agli originali che Rossi Scotti inviò all'editore Guidi di Firenze. La seconda ad altri autografi: una cavatina e un'aria buffa che il conte aveva donato a Città di Castello e a Gubbio rispettivamente; una canzonetta proveniente dalla collezione di Mary Flagler Cary ora alla Pierpont Morgan Library di New York; un'arietta acquistata in antiquariato dalla Biblioteca Augusta di Perugia; e sei canoni alla Biblioteca del Conservatorio "F. Morlacchi" di Perugia.