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Nell'operazione di profondo rinnovamento della cultura e della letteratura italiana di primo Novecento, di cui la rivista "La Voce" fondata e a fasi alterne diretta da Giuseppe Prezzolini fu la principale promotrice, posto di primo piano occupa Piero Jahier (Genova, 1884 - Firenze, 1966). In Ragazzo Jahier rievoca i momenti più significativi della propria giovinezza, il suicidio del padre, la povertà della famiglia, le origini valdesi, tramite uno stile che, quando non giustappone, mescola costantemente prosa e poesia. Insieme con Il mio Carso di Scipio Slataper e Il peccato di Giovanni Boine, Ragazzo rappresenta l'esito più felice della stagione letteraria dell'autobiografia lirica. Il volume, che riproduce il testo dell'edizione definitiva, dà conto della totalità del processo variantistico, dalle prime stesure manoscritte alle edizioni a stampa. In chiusura è offerto al lettore il repertorio bibliografico degli scritti d'autore, frutto dello spoglio di riviste e quotidiani dell'epoca, che ha permesso il recupero degli scritti dispersi, molti dei quali successivi al secondo dopoguerra.