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Sulla panchina del Gran Viale al Lido di Venezia, quella che sta sul marciapiede all'ombra dell'albergo Hungaria, si ritrovano, a otto lustri da quand'erano ventenni, cinque amici amanti della buona cucina. Un incontro desiderato, un'occasione per riscoprirsi e confrontare le loro vite tra verità intere e aggiustate. Per rendere l'evento più piacevole, gustoso e indiscreto, decidono di cenare assieme al ristorante di uno di loro, che sta dall'altro lato del Viale, e di trasmettersi le ricette dei cibi che hanno più apprezzato, non nude e crude, ma avvolte nel tepore di storie vissute, ascoltate o del tutto inventate. Sono ventisette novelle, diverse per luoghi, piatti, atmosfere e personaggi: la prima è imperniata sul primo tragico cibo assaporato dall'uomo e l'ultima sulla semplice malinconica dolcezza di una szarlotka all'italiana. Nel narrarle, gli amici svelano i loro gusti ma anche il senso del loro vissuto e le passioni, i valori, le miserie, i timori che li hanno sfiorati.