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"Grazie a una convenzione ormai accettata, l'Umbria è descritta come uno scrigno. Bisogna darsi da fare per aprirlo e per capirlo. Ma quando si penetra questo tesoro, non è senza conseguenze per la sensibilità e per il gusto estetico. Si può cominciare a capire, allora, cosa vuol dire "essere nato in un posto, averlo nel sangue, starci già mezzo sepolto insieme ai vecchi": come ci insegna il poeta dei paesi, "è per questo che uno si stanca e cerca di mettere radici, di farsi terra e paese, perché la sua carne valga e duri qualcosa di più che un comune giro di stagione". È questo sentimento che ci ricorda quanto l'Umbria è una regione che ha legami inossidabili con la tradizione, non un posto in cui si possa impunemente licenziare il passato, quello che siamo stati. Ma la sua semantica non è solo racchiusa nella storia e nella memoria. È straordinariamente contemporanea a noi stessi.(Dalla Prefazione di Mario Morcellini)