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Mary Rowlandson fu fatta prigioniera dagli indiani nel corso della guerra di Re Filippo (1675-76) e rilasciata dietro riscatto dopo tre mesi, trascorsi in prevalenza in viaggio attraverso un territorio incontaminato e inospitale nel cuore dell'inverno. Sebbene nel ricordo la prigionia sia riletta prevalentemente in chiave provvidenzialistica e comunitaria, nondimeno la voce di Rowlandson emerge intima a descrivere l'esperienza di dislocazione fisica, morale e psicologica subita.