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Partendo da una rapida ricognizione della storia della pedagogia e della didattica, l'autore si propone di declinare temi, problemi e prospettive delle scienze dell'educazione, indagando lo stato dell'arte, sospeso com'è fra tradizione e nuove conquiste della scienza, segnalando il rischio di smarrire, in una temperie culturale che non accredita la pedagogia tra le scienze di maggiore "consumo", la migliore letteratura dei secoli trascorsi e la lezione dei grandi maestri del Novecento. Sullo sfondo del discorso, l'esigenza di recuperare il senso dell'azione educativa; un compito raccolto nel segno del paradigma della Didattica della cultura, in dialogo con le scienze sociali, la filosofia e le neuroscienze. Al centro del discorso, quale approdo di un largo giro di pensieri, v'è la nozione di creatività come processo di crescita e di perfezionamento personale, come padronanza di sé e della propria esperienza, come una proprietà individuale dotata di una carica energetica nuova, che le deriva dalla sua collocazione nell'emisfero destro del cervello.