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Una formidabile presenza di situazioni e figure popola questo nuovo libro di Guido Monti, che ci offre, ad ogni passo, pagine densissime di concretezza e vissuta realtà. Il suo stile si muove nella scelta di un ampio verso denso e prosastico, che è un efficace strumento per realizzare un percorso che si apre a un largo fiato narrativo. "Tra la magica progressione dei tempi e le solite storielle", pescando dalla memoria, o essendone coinvolto, tra riapparizioni da un tempo lontano e strappi di pena, Monti indaga l'evolversi o l'involversi di un mondo in cui vede l'affiorare e l'imporsi di nuove presenze e condizioni, pur se la sua sensibilità non può non registrare anche la luce, per esempio, di immagini femminili, come Nina, per quella che definisce una "liturgia d'amore". E nel corpo pulsante di questo suo articolato insieme, spesso anche inevitabilmente, umanamente contraddittorio, si affaccia il risalto delle più indimenticabili guide, dei protagonisti, nei diversi tempi e luoghi, della scrittura, come, per citare solo i primi che nelle varie pagine affiorano, Auden, Keats, Montale. Le stanze, è dunque la testimonianza di una piena maturità espressiva che fa di Monti una figura di riferimento della nuova poesia.