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«Amare essere amati, in cui "Infinito attivo" e "Infinito passivo" si alternano e si cercano, è un libro fatto a specchio, ma uno specchio scheggiato, con una via di fuga, non conchiuso nella maledizione narcisistica che impedisce sia l'uscita da sé che la generazione di altro da sé: "amore insaziato / che ha voluto e niente ha dato, / amato senza essere amato". Semmai, ed è su questo che il lettore viene invitato a riflettere, lo specchio apre qui ad una generazione - platonicamente - "nel" e "del" bello, di cui questo libro di Vincenzo è il frutto o il figlio che si inoltra nel mondo.» (Michele Bordoni)