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Federico frequenta la quinta elementare e ha difficoltà a rapportarsi col mondo degli adulti. Questo mondo è fatto di schemi e di regole che assomigliano tanto alla matematica che di fatto detesta. Federico è continuamente sorpreso dal mondo e ha una grande voglia di giocarselo alla maniera di un bambino della sua età. Tuttavia la vita non è un gioco e deve scontrarsi con quella che lui chiama sfortuna. L'interpretazione delle regole e l'adesione a esse non è indolore, specie in una provincia dove l'educazione spesso trova facile espressione nella violenza. Una provincia violenta, che è rappresentata come il cuore del mondo. La violenza della famiglia manesca e quella psicologica delle istituzioni. Tuttavia Federico vuole essere felice e in tutte le maniere rivendica il suo diritto a esserlo. Lotta, si scontra, scappa, si innamora follemente ed è totalmente pervaso da una realtà che vorrebbe fare sua e che invece sembra rifiutano. Quelli che sembrano amici si rivelano poi essere i cattivi: come il pedofilo allontanato dal paese senza clamori, omertosamente perché di certe cose non si deve parlare e non si deve sapere. Non si deve parlare nemmeno della morte, ma di quella Federico avrà una chiara e netta percezione dopo la scomparsa, in un incidente, di un bambino suo nemico e rivale, nel sorprendente finale di questo libro che è un giocoso noir dell'anima. L'anima innocente di un bambino.