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Borghesi in crisi o in fuga, imprenditori rampanti, eterni adolescenti viziati e viziosi, nobiluomini in declino, donne fragili schiave del sesso e dei rapporti sbagliati. Tutti colti nella loro dolente umanità, senza indulgenze né caricature. Al centro, il protagonista, uno psicanalista, cerca di ricomporre il puzzle per indurre gli uni e gli altri a rivelarsi quali effettivamente sono. Anche se poi preferiranno non farlo. Si pensa inevitabilmente a Svevo, il primo a introdurre la psicanalisi nella narrativa europea. Ma l'autore possiede un senso originale del racconto, che incalza il lettore dalla prima all'ultima pagina. La vicenda si snoda lungo il Mediterraneo dall'Elba a Sorrento, dalla Sardegna al Marocco, durante un'estate all'insegna della presa di coscienza, che è anche la stagione delle ultime illusioni e degli autoinganni. Ma è la città di Roma, impassibile complice e giudice, a fare da sfondo al continuo errare dei personaggi. Un'opera di grande forza espressiva, di qualità rara nell'odierno panorama italiano, che ci riporta ai valori autentici della letteratura e a quell'interrogazione sul senso della vita che neanche la letteratura autentica può sciogliere.