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Un romanzo storico autobiografico, un viaggio della memoria nella Ciociaria del '900. Un racconto che è una sorta di lungo, dolce e sofferto peregrinare, dall'adolescenza alla senilità, descrivendo il duro e drammatico periodo vissuto durante la II Guerra mondiale e la successiva fase della ricostruzione con una particolare poi attenzione alla condizione delle donne in Ciociaria. Nel periodo che va dalla Prima alla Seconda Guerra Mondiale i paesi ciociari, adagiati nelle valli fluviali del Liri e del Sacco, potevano essere scambiati con quelli del Polesine. Non c'erano grandi differenze se non per l'abbraccio, tutt'intorno, delle sagome cangianti dei monti Lepini, Ernici e Ausoni raramente coperti di neve. I campanili delle chiese spuntavano all'alba dalla nebbia fitta a segnare il punto di maggiore aggregazione delle case addossate tra loro quasi per sorreggersi a vicenda. Gli abitanti dei paesi, sorti nel lontanissimo passato, in posizioni d'altura a scopo difensivo, chiamavano gli abitanti dei paesi a valle "insacca nebbia" per quella coltre ovattata che li copriva fino a mattino inoltrato.