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Plexiglass, plastica, alluminio. Materiali moderni, attuali e soprattutto quotidiani, che nel loro frequente uso si vestono di una patina di antichità. Sono questi gli strumenti che Rosa Gisladottir utilizza per fare dell'arte il "metro" di un presente di disattenzione e, al contempo, lo stimolo per un futuro che stiamo costruendo, spesso proprio all'insegna di quella distrazione. Decisa a puntare il dito sull'ecologia, tra teoria e pratica, sentimento e azione, l'artista trasforma oggetti di uso comune, facendo monumento del design anonimo, ricreandone forme e utilità, per poi farne opera, da interpretare e leggere alla luce della propria personale visione del mondo, tra passato, presente e futuro, in un dialogo di geografie e storia.