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Il viaggio della vite per il mondo, e di conseguenza del vino, è come il viaggio dell'uomo. Si nutre del caso, degli incontri, di uomini visionari, grandi fallimenti, successi alle volte. È sempre di grande umanità. Francesco Antonelli è partito con questo istinto, con l'idea che la vite possa aver colonizzato un mondo nuovo senza il pesante bagaglio dell'esperienza, "Quando si viaggia da soli è un po' come si viaggiasse con tutta l'umanità", scrive Antonelli. Ed è questa disponibilità a rendere questo viaggio memorabile. Ci troverete dentro le tappe enologiche importanti di quei paesi, ma soprattutto la gente dci sud del mondo e l'atmosfera magica di un continente, quello sudamericano, che ci somiglia, ma è pieno di invenzioni e identità. Il vino è un pretesto, è come sempre l'anima di una trama che parla soprattutto di uomini. (Dalla prefazione di Giorgio Melandri)