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Il nòcciolo di questo libro è costituito dalla piccola - ma compatta - serie di saggi rinnovatori che Alberto Limentani dedicò a Jean Renart, il più sottile dei narratori in lingua d'oïl e certo il più congeniale al suo temperamento critico. Arricchiscono il volume altri scritti sparsi di letteratura romanza, che si addensano attorno a poli d'interesse particolarmente cari all'autore: i generi "eccentrici" e di statuto liminare, le tecniche dell'arte allusiva, gli effetti di mise en abyme e di "distanza estetica", le traduzioni di opere medievali. Questo ventaglio di temi e problematiche ci fa toccare con mano l'amplissima apertura di compasso delle ricerche di Limentani, ma testimonia anche del suo ethos intellettuale, sempre portato alla razionalità e alla limpidezza, senza però rinunciare a un grammo di complessità. Ne risulta una silloge diversificata eppure rappresentativa, nelle cui va-riazioni ritroviamo l'inimitabile stile di uno studioso che ha saputo incrociare il punto di vista storico-sociologico e i metodi della semiologia letteraria con una spiccata sensibilità per il gioco delle forme e le viscosità intertestuali.